Legionella: allo studio del ministero raccomandazioni pratiche per gli studi dentistici
I principali sindacati odontoiatrici Aio, Andi e Sumai, con gli uffici ministeriali di Prevenzione e gruppo tecnico odontoiatria, un rappresentante delle regioni (Emilia Romagna) e un tecnico incaricato dalla procura di Torino, hanno convenuto sull’opportunità di rivedere le linee guida per gli studi odontoiatrici sulla base di alcuni principi che possano servire a fare chiarezza sulle procedure da adottare, per esempio effettuare un’analisi batteriologica degli spray del riunito preferibilmente annuale e da parte di laboratori accreditati e ricondurre le protezioni nella legge 81 del 2008. Sul Documento di valutazione del rischio deve risultare con chiarezza da un’analisi tecnica che i circuiti e l’aerosol sono esenti da agenti infettanti, se ciò non fosse possibile si devono mettere in atto tutte le procedure per abbattere la carica di batteri e virus.
C’è inoltre l’attenzione a eradicare più patogeni: il target non è la sola legionella, in realtà pericolosa in colonie da oltre 10 mila unità al litro, ma anche Pseudomonas, Salmonella ecc. Valori di presenza attestanti un sia pur minimo rischio porteranno altresì a una sorveglianza sanitaria più frequente. A valle delle due raccomandazioni ci sono i consigli ulteriori, tra cui l’applicazione di un filtro a monte del riunito da 0,22 micron capace di bloccare molti agenti infettanti (legionella in primis) o altri sistemi validi per abbattere i rischi, come disinfezioni e svuotamenti quotidiani del circuito idrico “sposati” nelle linee guida attualmente vigenti.
Tutti questi accorgimenti andranno poi comunque verificati in loco con campionamenti delle acque. «Le linee guida che andremo a rielaborare nella commissione ministeriale istituita ad hoc questo mese, per portarle all’approvazione della conferenza Stato-Regioni saranno solo una serie di consigli e raccomandazioni sulle varie procedure da mettere in atto per prevenire il formarsi di colonie batteriche nei nostri circuiti e rispettare la legge vigente», dice Pierluigi Delogu, presidente di Aio, sindacato che ha già inviato una nota ai soci per invitarli ad effettuare da subito la valutazione del rischio legionellosi a partire da un prelievo d’acqua da consegnare a un laboratorio accreditato. «L’impegno della professione – aggiunge Delogu – è sensibilizzare tutti i colleghi alla autoanalisi del proprio sistema ed eventualmente apportare i correttivi in modo da annullare o abbattere quasi totalmente il rischio di infezione: un rischio che i dati epidemiologici internazionali stimano molto basso, confermando solo due casi d’infezione al mondo dacché esistono le rilevazioni».
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