Approfondimenti
VI TROVATE IN UN AMBIENTE CONTAMINATO?
Ogni ambiente, compresi quelli in cui abitiamo e lavoriamo, è soggetto a diverse possibilità di contaminazione, ciascuna delle quali necessita di specifiche tecniche di sanificazione.
Qualche esempio
Nelle aree urbane le concentrazioni di inquinanti fanno accumulare nei filtri di ventilazione residui pericolosi per l’uomo e l’ambiente, tanto più difficili da far disperdere quanto più un edificio è ben isolato termicamente. Gli impianti idrici, e di conseguenza l’acqua potabile, possono essere inquinati da un punto di vista sia chimico sia biologico. Banalissimi comportamenti quotidiani, come mangiare alla scrivania o mentre si usa il telefono, rendono telefoni e tastiere dei computer veri e propri ricettacoli di microrganismi, anche patogeni.
In breve: sì, è molto probabile che l’ambiente che vi circonda in questo momento presenti un livello più o meno alto di contaminazione.
MISURE DI SICUREZZA E SANZIONI
Non rispettare le misure di sicurezza comporta, oltre a gravi rischi sanitari, anche sanzioni economiche e penali per cittadini, imprenditori e manager. Le autorità legislative di tutta Europa hanno infatti disciplinato in modo molto restrittivo la materia della salubrità degli ambienti, dell’aria e dell’acqua destinata ad uso umano, prevedendo per gli inadempienti sanzioni finanziarie elevate, e, talora, l’arresto. Per un’azienda, in particolare, una mancanza in questo senso costituisce un disinteresse verso la sicurezza dei propri dipendenti e dei propri clienti: un difetto sul piano etico che viola la Corporate Social Responsibility.
Le principali norme a cui fare riferimento sono:
– il Decreto legislativo 81/2008, che regola tutti gli ambiti lavorativi.
– le linee guida, gli accordi Stato-regioni e le leggi regionali relative alla prevenzione della legionellosi.
– il Decreto Legislativo 31/2001, che stabilisce i requisiti delle acque destinate a consumo umano.
Esistono inoltre altre direttive più specifiche, per particolari tipologie di ambienti o ambiti produttivi con particolari necessità di sicurezza.
Santambrogio Igiene Ambientale offre un servizio integrato in grado di gestire esigenze specifiche, tutelando i propri clienti sotto tutti i profili (sanitario, legale ed organizzativo), rilasciando le necessarie certificazioni periodiche.
Ambienti ed impianti sono soggetti a numerose possibilità di contaminazione. Escludendo situazioni legate a specifici ambiti produttivi o sanitari, le principali tipologie di inquinamento possono essere di tipo:
Chimico
I contaminanti chimici che possono essere presenti nell’aria o nell’acqua tendono a depositarsi e ad essere respirati o ingeriti. I test di potabilità dell’acqua fornita dagli impianti idrici presenti in ogni edificio, per esempio, ricercano la presenza e/o la concentrazione di numerose sostanze dannose per l’organismo, come arsenico, benzene, cadmio, rame, cianuro, piombo, mercurio o nichel. I valori riscontrati devono rientrare nei limiti concessi dal D.Lgs. 31/2001 che regola la qualità delle acque destinate al consumo umano.
Fisico
Si tratta di polveri e residui derivanti da traffico, impianti industriali e sistemi di riscaldamento, che vanno a contaminare gli impianti di ventilazione.
Microbiologico
Aria ed acqua possono essere vettori di microrganismi dannosi come i coliformi (per esempio Streptococcus e Staphylococcus), agenti patogeni (per esempio Salmonella e Shigella), o altri virus e batteri come la Legionella. In particolare, le infezioni causate dal batterio della Legionella sono così pericolose che, per tenerle sotto controllo, sono nate norme che ne regolano il monitoraggio obbligatorio.
Sotto il nome più generico di “Legionella” raggruppiamo in realtà un genere molto vasto di batteri aerobi, di cui, a oggi sono state identificate più di 50 specie. Quella più pericolosa, responsabile di circa il 90% dei casi di legionellosi, è la Pneumophila.
ORIGINE
La Legionella deve il suo nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un hotel di Filadelfia, causando 34 morti su 221 contagiati (i veterani presenti erano oltre 4.000): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato Legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel.
DOVE
Le Legionelle sono naturalmente presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si trovano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, nei laghi, nei vapori e nel terreno. Da questi ambienti risalgono a quelli artificiali, come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici: serbatoi, tubature, fontane e piscine. Tutti ambienti che possono essere caratterizzati da stagnazione, presenza di incrostazioni e sedimenti, biofilm: condizioni che favoriscono e incrementano la proliferazione dei batteri, che possono sopravvivere con una temperatura dell’acqua compresa tra i 5,7 e i 55°C, ma riescono a svilupparsi al massimo tra i 25 e i 42°C.
COME VIENE INFETTATO L’UOMO
L’uomo viene infettato dalla Legionella tramite aerosol, cioè inalando goccioline molto piccole (1-5 micron) di acqua contaminata. Quando i batteri entrano in contatto con i polmoni di un soggetto a rischio, insorge l’infezione polmonare.
Finora non è stata dimostrata la trasmissione interumana diretta.
L’infezione da Legionella può dare luogo a due distinti quadri clinici: la febbre di Pontiac e la legionellosi. La febbre di Pontiac ha un periodo di incubazione di 24-48 ore e si risolve in 2-5 giorni. È accompagnata da una sensazione di malessere generale, cefalee e febbre. Molto più grave, invece, è la legionellosi: ha un periodo di incubazione medio di 5-6 giorni e può essere caratterizzata, oltre che da malessere, cefalee e tosse, anche da sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci, seguiti da varie complicanze. La malattia è letale nel 10-15% dei casi.
LA LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI IDRICI E DI CONDIZIONAMENTO
Come già anticipato, le installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento e le reti di ricircolo dell’acqua calda negli impianti idrico-sanitari, costituiscono i siti maggiormente favorevoli per la diffusione del batterio. Per via dell’intervallo di temperatura favorevole alla proliferazione della Legionella (15-50°C, ma fino ai 22°C il batterio è inattivo) sono proprio alcune zone degli impianti idro-sanitari a risultare particolarmente critiche: l’interno delle tubazioni, specialmente se obsolete e con depositi, i tratti chiusi, i serbatoi di accumulo, i bollitori, i soffioni della docce ed i terminali di distribuzione dei rubinetti.
Qualsiasi impianto idrico o di condizionamento può contenere i batteri della Legionella. Un pericolo che impone la necessità di scrupolosi controlli periodici, per garantire la sicurezza degli utilizzatori ed evitare sanzioni economiche e penali.